M. Cristina Cippone Architetto

Struttura ricettiva - Recupero storico

Località Sborzani - Travo PC

2005 progetto

Committente: privato


RELAZIONE DEL PROGETTO per ottenimento autorizzazione alla Sopraintendenza

INQUADRAMENTO STORICO

Il borgo di cui trattasi, ubicato nel territorio del comune di Travo in località Sborzani, in collina a 420/430 m. s.l.m. si trova nel parco del monte Pillerone. Da una ricerca condotta con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza il borgo è databile a partire dal 1700 fino alla metà del 1800 circa. Uno dei massimi esperti dell’edilizia rurale piacentina, il professor Ermes Frazzi, direttore dell’Istituto del Genio Rurale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore , ritiene che il Borgo di Sborzani sia un esempio molto significativo di aggregazione di edifici di origine rurale collinare, tipico dell’Emilia Romagna e in particolare del piacentino. Questi insediamenti cominciavano con un edificio a torre di piccole dimensioni con un locale per piano (stalla a piano terra, abitazione sopra per uno o più piani e fienile o granaio nel sottotetto). Ogni qualvolta si presentava una nuova esigenza si aggiungeva un edificio addossandolo a quelli esistenti sia per risparmiare un muro sia per ottimizzare lo sfruttamento del terreno evitando di sottrarne all’uso agricolo. Le nuove esigenze andavano dall’aumento dei componenti la famiglia, all’aggiunta di nuove braccia per coltivare, dall’aumento dei capi di bestiame a quello dei prodotti agricoli da stivare. Il villaggio di Sborzani risponde perfettamente alle caratteristiche descritte.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

Le tipiche murature di sasso del borgo sono a tutto spessore, pertanto di qualità maggiore rispetto alle murature “a sacco” che più facilmente si ritrovano in zona. Questo aspetto unitamente al fatto che alcune di queste murature sono realizzate con pietre di dimensioni maggiori disposte in modo apparentemente più ordinato e ripetitivo ci fa supporre che una parte del villaggio fosse anche in origine in “pietra a vista”. A conferma di ciò ci sono ricerche condotte dall’Università che dimostrano che una della zone nelle quali si trovavano edifici con muratura pietra a vista è proprio la collina del piacentino.

Normalmente le pareti degli edifici di questo tipo erano intonacate, con calce e inerti di piccola granulometria di provenienza locale, allo scopo di completare e proteggere dalle intemperie la muratura che, in questi casi, era meno curata, composta di sassi più piccoli.

LO STATO DI FATTO

Il complesso, adagiato su un’area in leggera pendenza degradante verso sud, confina a est, a nord e a ovest con aree di proprietà comune e di altra proprietà, a sud con edificio in adiacenza di altra proprietà. Il complesso copre una superficie di circa mq. 350, si sviluppa su due e tre piani per un totale di circa mq. 800 lordi. Gli edifici, disabitati da decenni, sono molto degradati, per qualche parte pericolanti o crollati, dei tetti sono rimaste le travi principali e poco altro.

Le destinazioni originali erano: stalle e abitazioni al piano terreno, abitazioni e fienili al piano primo, abitazioni e granai al piano secondo. Il terreno di pertinenza è diviso in tre parti la maggiore delle quali era destinata ad aia.

IL PROGETTO

Il progetto prevede il recupero dell’intero complesso da adibire a sede di Associazione Culturale con finalità educativa-sportiva; comprende: • una sala da ginnastica per i corsi di Karate, Yoga e simili, per conferenze e convegni con funzioni annesse, • una parte ricettiva per i corsi stanziali, • l’abitazione privata del proprietario.

L’intervento ammesso è di “restauro conservativo” pertanto il progetto oltre a lasciare inalterate facciate, aperture e altezze di gronda rispetta molto anche la pianta originale e nella maggior parte dei casi utilizza i solai esistenti (le travi dei solai sono fra le parti meglio conservate del complesso). Le modifiche rispetto all’impianto esistente riguardano suddivisioni interne ai locali originali per ottenere corridoi, servizi e collegamenti. Le uniche eccezioni si riferiscono alla “palestra” che si ottiene unendo all’interno spazi diversi.

La zona fienile e stalle diventa al piano primo:

• un unico spazio da destinare a sala ginnastica con struttura del tetto in legno lamellare per non avere pilastri in mezzo;

al piano terreno diventa:

• spogliatoio e sauna ad uso della sala ginnastica,

• bagni, compreso bagno per disabili, ad uso sia della sala ginnastica sia della zona giorno della struttura ricettiva,

• camera per disabili,

• laboratorio/magazzino.

La zona abitazioni e granai lato ovest e nord diventa al piano terreno:

• ingresso ed eventuale degustazione di prodotti locali (da concordare col Comune in base agli esiti delle richieste di finanziamento),

• tre sale da pranzo in comunicazione fra loro e con la cucina;

al piano primo diventa:

• 4 camere da letto con due bagni,

• corridoio,

• ripostiglio;

al piano secondo diventa:

• soppalchi in affaccio sulle camere,

• sottotetto agibile.

La zona centrale con affaccio ad est diventa al piano terreno:

• grande cucina;

al piano primo diventa:

• camera grande con bagno;

al piano secondo diventa:

• locale di servizio e lavanderia con soppalco ripostiglio.

La zona sud diventa su tre piani :abitazione del proprietario.

Per quanto riguarda il terreno: la porzione a nord-ovest, opportunamente livellata e pavimentata a ghiaia, diventa giardino attrezzato per pranzi ed attività all’aperto; collegata all’edificio tramite rampa per disabili viene delimitata a confine nord da parapetto in muratura, con funzione di muro di contenimento strada vicinale, per un dislivello che va da cm. 0 a cm. 70 circa, delimitata verso l’edificio da ringhiera in affaccio su rampa disabili;

la porzione a est viene coltivata a giardino con vialetto di accesso alla “corte” a sud-est; questa porzione di terreno sarà mantenuta libera da ostacoli fissi per consentire eventuale accesso a mezzi d’emergenza.

La “corte” a sud-est ospiterà una cantina completamente interrata (tranne opportune bocche di aerazione) e sarà organizzata a giardino attrezzato.

L’intervento che si presenta impegnativo, per lo stato di degrado in cui versa l’intero complesso, viene suddiviso in più lotti da eseguire in tempi successivi.

Il consolidamento delle murature esistenti richiede probabilmente anche sottomurazioni e/o palificazioni, richiede catene ed interventi “cuci-scuci”. Sono attualmente in corso indagini per definire con maggior precisione gli interventi necessari.

I solai sono quasi completamente ricostruiti nella posizione attuale in quanto la maggior parte delle grosse travi è in buone condizioni e non viene rimossa di conseguenza le altezze interne restano le attuali e si aggirano attorno a m. 2,30 sotto trave con pochissime differenze.

Le aperture nelle facciate esterne restano invariate pertanto i rapporti aeroilluminanti sono in deroga. Nelle facciate interne vengono aggiunte alcune nuove aperture indispensabili per le funzioni previste nei locali di pertinenza. Le dimensioni, le posizioni e il numero delle nuove aperture sono tali da non compromettere l’unitarietà e il carattere del complesso.

I tetti per altezza netta e sagoma restano invariati, aumentano in altezza esterna perché il tetto ventilato e isolato arriva ad essere di spessore fino a 40-50 cm. I coppi originali integri vengono riutilizzati come strato più esterno del manto di copertura. Se sarà possibile verranno utilizzate, in alcuni punti, anche le lastre di pietra che fanno parte dei tetti originali.

I serramenti sono completamente fatiscenti o inesistenti e vengono rifatti in legno termico tranne per la zona “palestra” dove sono previste grandi vetrate su telai di ferro per rispettare le aperture dei fienili. Tutti i serramenti a taglio termico montano vetri a camera selettivi, basso-emissivi, stratificati ecc. a seconda delle esposizioni al sole e della destinazione dei locali.

La “torretta” è ottenuta dalla ricostruzione di una porzione di tetto al centro dell’intervento a copertura del locale di servizio destinato a lavanderia e ripostiglio. In questa zona, della copertura originale non rimane traccia se non per le parti di muro che la sorreggevano e che comunque non fanno parte delle facciate perimetrali del borgo. Nella porzione di edificio in questione, che è di tre piani, viene modificata l’altezza interna del piano secondo al fine di ottenere una comoda lavanderia con relativi ripostigli. La scelta di realizzare una “torretta” è derivata dai colloqui intercorsi con il Prof. Frazzi che ha svolto numerose ricerche sugli insediamenti locali ed ha curato tesi universitarie sugli edifici a torre ritenuti, un tempo, elemento di caratterizzazione e identificazione dei borghi. Secondo quanto detto sopra il Professore non esclude che anche a Sborzani ci potesse essere un edificio a torre in quanto le caratteristiche dell’insediamento a “villaggio” potrebbero ammetterlo.
Se a Sborzani ci fosse stata una torretta sarebbe dove l’abbiamo indicata in quanto la posizione è centrale rispetto all’insediamento, non essendoci tracce di copertura l’altezza originale non è leggibile, c’è un secondo piano con connotati di abitazione e finestra. La realizzazione della torretta non porta modifiche alle facciate e alle gronde perimetrali esistenti. La superficie di questo locale, che al secondo piano è esistente, viene ampliata per ottenere soppalchi ripostiglio al servizio della lavanderia, sfruttando solo una parte del 20% di aumento di superficie ammesso per adeguamento igienico sanitario. Il tutto è specificato nelle tabelle allegate e nelle tavole di progetto.

BIOARCHITETTURA ED ECOSOSTENIBILITA'

Tutto l’intervento viene realizzato secondo i dettami della bio-architettura per volontà della proprietà molto sensibile alla salvaguardia dell’ambiente e attento al benessere psicofisico Suo, della Sua famiglia e dei Suoi ospiti. La bio-architettura comprende tra l’altro: orientamento, bioclimatica, sfruttamento di energie rinnovabili, bioedilizia, geobiologia, uso appropriato dei colori, studio delle forme, feng shui.

• Orientamento: si è tenuto conto dell’esposizione al sole del complesso per identificare gli spazi più idonei ad alcune funzioni,

• Bioclimatica: sono previsti interventi per ridurre il consumo di energie non rinnovabili tramite un corretto studio di ventilazione naturale, uno sfruttamento passivo delle radiazioni solari, accorgimenti costruttivi ed eventuale uso dell’acqua,

• Sfruttamento di energie rinnovabili: con pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria e l’integrazione del riscaldamento; con pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica,

• Bioedilizia con:

  1. scelta di materiali da costruzione bio-compatibili, di provenienza il più possibile locale: laterizi, malte, intonaci, colle, isolanti ……

  2. scelta di materiali di finitura bio-compatibili: tinteggiature, rivestimenti, pavimenti,

  3. solai in legno, con isolamenti acustici e termici,

  4. tetti ventilati e coibentati,

  5. adozione di impianto termico a basso consumo e a comfort totale,

  6. caldaia ad accumulo a pellets,

  7. impianto di recupero acqua piovana per irrigazione e per scarichi wc,

  8. impianto elettrico a stella e disgiuntore di rete, luci opportunamente distribuite,

  9. accorgimenti per la dispersione controllata del gas radon.

• Geobiologia: con indagine per rilevare la presenza ed i percorsi delle maglie geomagnetiche al fine di schermare tutte le zone disturbate dalla presenza di radiazioni nocive per la salute,

• Uso appropriato dei colori: data l’influenza che i colori hanno sul comportamento e sull’umore in un progetto “bio” si operano scelte attente dei colori a seconda della funzione e della posizione di ciascun locale,

• Studio delle forme: le forme e le proporzioni sono tenute in considerazione per la notevole influenza che hanno,

• Uso dei simboli,

• Feng shui: è definito l’arte di interpretare lo spazio interno ed esterno e di metterlo in relazione con le funzioni che vi si svolgono in modo equilibrato ed armonico, qui è tenuto in grande considerazione sia nella palestra che in tutto il resto dell’insediamento.

A seguito dell'ottenimento dell'autorizzazione della Sopraintendenza e del comune, i lavori sono stati eseguiti sotto altra Direzione Lavori, la struttura è visibile sul sito www.miripiri.eu

Progetto Gruppo A.P.E.

arch. M.Cristina Cippone

arch. Rosa Simonelli

arch. Isabella Romanello

designer Marina Russo

glossario: architettura bioclimatica, bioarchitettura, bioedilizia, feng-shui, geobiologia

  • Edificio di Sborzani prima del recupero

  • Fienile - stato di fatto

  • Deposito

  • Fienile dall'alto

  • Sborzani lato cortile

  • Piante stato di fatto

  • Prospetti stato di fatto

  • Piante di progetto

  • Prospetti di progetto


Maria Cristina Cippone architetto
Via Cassoni, 6
20141 Milano
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